Se il voto alle primarie è una scelta di organi interni al Pd non voterò perché non mi riconosco nel nuovo partito e potrei aderirvi solo quando il suo giornale si chiamerà Unità d’Europa. Ma anche se votassi voterei Letta perché mi sembra il più deciso nel rinnovamento dei programmi e la miglior garanzia contro il fattore KK, i residui di cattocomunismo. Se invece si tratta della scelta del futuro leader da opporre Berlusconi, è mio dovere andare a votare e scegliere Veltroni, l’unico che può farcela…What are we supposed to vote for, in the primary elections of the new Partito democratico? If the event is just the choice of the internal structure and of its leader, I will not vote because I do not belong to this Party; and in any case, if I decided to vote, I would choose Enrico Letta, the most courageous in renovating the programs of the Party. On the other hand, if the electors are called to choose the future candidate of the Centre Left coalition, somebody who might have a chance to beat Silvio Berlusconi, then I will think that going to the polls is my right and my duty; but in that case the only realistic choice would be to vote for Walter Veltroni.
Votare o no per le primarie del Partito Democratico? Mi arrivano molte pressioni di amici, tutti a favore del voto. Io sono perplesso. Non riesco bene a capire il senso di questo voto e quindi se “mi appartiene” oppure no.
Io non mi considero un aderente al Pd. Per ragioni che ho spiegato nel precedente post, i miei riferimenti sono semmai la nuova iniziativa socialista, le battaglie radicali, comunque un movimento politico che tenga ben fermi i principi laici. Un movimento che senza essere liberista a oltranza sia pronto a ridiscutere, con più coraggio della nuova formazione che risulta dai Democratici di sinistra e dalla Margherita, le tante inutili bardature corporative che permangono nella nostra società. Un movimento fortemente caratterizzato dall’europeismo: forse potrei aderire al Pd se il suo giornale si chiamasse Unità d’Europa, fondendo gli attuali quotidiani dei due partiti che si sposano.
Invece il Pd così come si presenta oggi per me può essere solo un compagno di viaggio. Ma a che titolo devo indicare io come scegliere i suoi organi interni? Questa apertura a tutti non è un finto democraticismo? Non sarebbe meglio dare il diritto di voto soltanto a chi davvero si riconosce nel progetto ed è disposto a impegnarsi nella nuova formazione? Auguro al Pd il miglior successo, ma sulla base di questo ragionamento penso di limitarmi ad una rispettosa astensione. In ogni caso se dovessi riconoscermi nella nuova formazione e votare per i suoi organi interni, nel nuovo partito sceglierei come leader Enrico Letta, perché è il candidato a me più affine nel modo empirico di affrontare i problemi, quello che meglio a mio giudizio potrebbe tutelare il Pd dagli antichi vizi antimercato del cattocomunismo.
C’è però un altro significato che si può dare a queste primarie, perchè è abbastanza evidente che dopo questa votazione e prima delle prossime elezioni non ci sarà un’altra consultazione come quella plebiscitaria che investì e rafforzò Romano Prodi. In altre parole, queste primarie sono in realtà la scelta del candidato che si contrapporrà al leader del centrodestra. Se questo è il senso delle primarie, allora voglio esserci, perché voglio scegliere anch’io quello che spero diventerà il futuro premier. Però in questo caso sceglierò il candidato che davvero può battere la destra e quindi andrò a votare per Walter Veltroni, del quale magari critico alcune ambiguità, ma che ha il carisma e il senso dello spettacolo necessari per incantare le folle e battere Berlusconi.
Forse i miei sono soltanto sofismi. Però ho torto a chiedere un po’ di chiarezza? O sono solo io che non capisco?
Le primarie fatte a questo modo sono una porcata. Vien voglia di non andare a votare. Veltroni, tranne miracoli (o qualcuno potrebbe dire catastrofi all’interno del PD), non può che vincere. Le liste son fatte tutte dall’alto verso il basso da parte dei vecchi partiti (o almeno così dicono i giovani dentro il nascente PD), La poca società civile è chiamata alla politica dalla politica. Quindi la democraticità se ne andata a farsi benedire in queste primarie. L’unico motivo per cui andare a votare è quello di far numero è dimostrare che esiste una sinistra che vuole andare avanti. Ma cosi le elite politiche ci riducono a solo una quantità! Ma la qualità e la voglia delle persone che vogliono partecipare a un processo democratico così vanno mortificate. Chissà se voterò. Probabilmente voterò. Comunque dare un voto a queste primarie non sarà per niente esaltante.
Tu dici che l’unico motivo per votare è “dimostrare che esiste una sinistra che vuole andare avanti”. Però un partito che nasce così confuso (vedi anche l’articolo di Trigilia di ieri sul Sole) non dà il messaggio sbagliato su quello che questa sinistra deve fare, dando ai leader la sensazione di un consenso che invece non esiste e quindi rallentando il rinnovamento?
Grazie dell’interessante articolo!:) Per caso Trigilia è pure mio professore all’università!:D
Nascere male non vuol dire necessariamente crescere peggio. Adesso non rimane che stare a vedere cosa accade! Speriamo, anche se le premesse non sono il massimo
OT: è sempre un piacere leggerti, lo sarebbe ancor di più se contenessi i corsivi che sullo schermo affaticano gli occhiucci :(
(nielsen docet! :)
Risposta. Tu che sei maestra di web design, che cosa mi suggerisci?