“Oggi l’insegnamento della matematica si basa su aritmetica e algebra e tutto quello che impariamo in seguito va verso una sola materia: al vertice di questa piramide c’è l’analisi matematica. Penso che quella sia la cima sbagliata; le materie che ogni studente che esce dal liceo dovrebbe conoscere sono invece la statistica e il calcolo della probabilità”. Così afferma il docente di matematica Arthur Benjamin, uno dei conferenzieri più popolari negli Stati Uniti per la sua capacità di presentare in modo invogliante la scienza dei numeri, tanto da meritarsi il soprannome “Mathemagician”.
Questo “mago della matematica” ha presentato la sua proposta nel corso di un Ted talk, una breve conversazione reperibile su internet anche con sottotitoli in italiano. Ted è una piccola organizzazione non profit dedicata a “ideas worth spreading”, idee che meritano di essere diffuse. Ted significa “Technology, entertainment, design”, perché questi erano gli argomenti dai quali partì l’iniziativa nel 1984, ma oggi i temi sono più estesi. Ogni anno, Ted organizza una conferenza annuale a Long beach, California, invitando relatori in grado di proporre idee e approcci nuovi. La brevità dei “talks” (di norma non più di venti minuti) li ha resi molto popolari sul web, dove sono scaricabili gratuitamente, spesso con sottotitoli assicurati da traduttori volontari. I Ted talks sono poco conosciuti in Italia, anche se qualche sito ne ha parlato. Però si stanno diffondendo nel mondo: nel novembre 2009 se ne terrà uno in India, dedicato agli sviluppi del Sudest asiatico.
Torniamo alla matematica. Dice Benjamin: “l’analisi matematica è una materia importante, uno dei grandi prodotti della mente umana. Ogni studente che studi scienza, ingegneria, economia, deve sicuramente imparare l’analisi entro il primo anno di università. Ma come professore vi dico che ben poca gente usa l’analisi in modo utile e significativo nella sua vita di tutti i giorni. Invece la statistica è una materia che si potrebbe e dovrebbe usare quotidianamente. E’ rischio, è premio, è casualità, vuol dire capire i dati. Può anche essere molto divertente, perché è la matematica dei giochi e della predizione del futuro. Il mondo sta cambiando, da analogico a digitale, ed è tempo che i nostri programmi di matematica cambino nella stessa direzione, dalla matematica del continuo alla matematica del discreto”.
La proposta di Benjamin mi sembra meritevole di riflessione. Può essere importante per i giovani conoscere fin dal liceo logaritmi e integrali, ma forse sarebbe ancora più importante rendersi conto del significato e dei limiti di un’indagine per campione, o degli indici di dispersione nella descrizione di un fenomeno. La mia esperienza nell’insegnamento dell’economia in una scuola di giornalismo come l’Ifg di Urbino (con giovani di grande valore, fortemente selezionati) è che ben pochi studenti, anche tra quelli che provengono da economia, scienze politiche, comunicazione, hanno una qualche base di statistica. Si dovrebbe cominciare dalla scuola secondaria: un parziale cambiamento dei programmi di matematica potrebbe essere una soluzione a costo limitato.